A.S.eR.C Associazione studi e ricerche criminologiche
  Reverse Anorexia
 

 

 

 

La Reverse Anorexia:

un disturbo del comportamento alimentare

A cura della Dott.ssa Francesca Romana Viola

 

 

 

      Introduzione

 

 

 

I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), un tempo rari, dagli anni settanta in poi si sono diffusi nel mondo industrializzato in modo preoccupante non solo per la numerosità dei casi, ma anche per la gravità dei quadri clinici e perché colpiscono in prevalenza la popolazione giovanile. Sono patologie difficili e lunghe da curare, che in molti casi possono divenire croniche, producendo gravi inabilità psichiche e fisiche (Caputo et al., 2005).

 

Gli individui affetti da questi disturbi tendono ad essere di razza caucasica, istruiti, di sesso femminile, economicamente avvantaggiati e radicati nella cultura occidentale (Johnson et al., 1989).

 

Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-IV, APA,  1994), la sezione dei disturbi del comportamento alimentare comprende: l’Anoressia nervosa (AN), la Bulimia nervosa (BN), i Disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificati (NAS).

 

L’Anoressia nervosa si caratterizza dal fatto che il soggetto è alla ricerca fanatica della magrezza, correlata a un’opprimente paura di ingrassare. I criteri diagnostici che servono per porre la diagnosi di anoressia nervosa sono i seguenti:

·         rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra del peso minimo normale per 1'età e la statura (perdita di peso che porta a mantenere il peso corporeo al di sotto dell'85% rispetto a quanto previsto di norma);

·         intensa paura di acquistare peso o diventare grassi anche quando si è sottopeso;

·         alterazione del modo in cui il soggetto vive il peso o la forma del corpo, o ancora eccessiva influenza di questi sui livelli di autostima e rifiuto di ammettere la gravità dell'attuale situazione di sottopeso;

·         assenza di almeno tre cicli mestruali consecutivi (amenorrea).

Sottotipi:

a) con restrizioni (assenza di abbuffate o condotte di eliminazione);

b) con abbuffate e/o condotte di eliminazione (presenza di abbuffate regolari o condotte di eliminazione).

La Bulimia nervosa si caratterizza e si differenzia dall’Anoressia nervosa per il fatto che il peso rimane relativamente normale, dalla presenza di abbuffate e dall’uso di purganti. I criteri diagnostici che servono per porre la diagnosi di bulimia nervosa sono i seguenti:

Ricorrenti abbuffate. Caratteristiche:

1.      mangiare in un definito periodo di tempo quantità di cibo significativamente maggiore di quello che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo;

2.      sensazione di perdere il controllo durante l'episodio.

·         Ricorrenti ed inappropriate condotte compensatorie per prevenire l'aumento di peso (vomito autoindotto, lassativi, diuretici, digiuno, esercizio fisico eccessivo);

·         abbuffate e condotte compensatorie due volte alla settimana per tre mesi;

·         livello di autostima fortemente influenzato dalla forma e dal peso corporei.

Sottotipi:

a) con condotte di eliminazione (vomito, lassativi ecc.);

b) senza condotte di eliminazione (esercizio fisico eccessivo, digiuno ecc.).

Il Disturbo alimentare non altrimenti specificato è una categoria che include quei disturbi che non soddisfano i criteri di nessuno specifico disturbo dell’alimentazione.

Esempi:

-         per il sesso femminile, tutti i criteri dell’anoressia nervosa in presenza di un ciclo mestruale regolare;

-         tutti i criteri dell’anoressia nervosa sono soddisfatti e, malgrado la significativa perdita di peso, il peso attuale risulta nei limiti della norma;

-         tutti i criteri della bulimia nervosa risultano soddisfatti, tranne il fatto che le abbuffate e le condotte compensatorie hanno una frequenza inferiore a 2 episodi a settimana per 3 mesi;

-         un soggetto normopeso che si dedica regolarmente ad inappropriate condotte compensatorie dopo aver ingerito piccole quantità di cibo.

I Disturbi del Comportamento Alimentare sono problemi che affliggono soprattutto le donne, ma negli ultimi decenni i casi di DCA negli uomini sono in aumento.

Nei soggetti di sesso maschile, i DCA hanno il loro esordio in un’età più tarda rispetto a quella delle donne, in media compaiono fra i 17 e i 24 anni (Agostini, Gualnieri, 2005).

La maggior parte degli uomini affetti da disturbo alimentare riferiscono esperienze negative con i propri coetanei.

Ad alcuni di essi è stata negata la possibilità di far parte di una squadra sportiva, altri riferiscono di essere stati ripetutamente presi in giro per il loro corpo.

Ginnasti, atleti, bodybuilders, ballerini, nuotatori sono alcune delle professioni più soggette ai DCA, forse perché il loro lavoro necessita di forti restrizioni (Agostini, Gualnieri, 2005).

L’esercizio fisico molto intenso e la competizione possono aumentare il rischio di sviluppare o manifestare un DCA, ma è anche vero che soggetti predisposti al DCA sono spesso attratti da uno specifico tipo di sport (Capra et al., 2005).

 

Recentemente, nell’ambito dei Disturbi del Comportamento Alimentare, è stata individuata una nuova sindrome, la Reverse Anorexia (RA).

 

Le Caratteristiche corporee e di personalità della Reverse Anorexia

 

La Reverse Anorexia, detta anche Complesso di Adone o Bigorexia Nervosa, è una forma di disformofobia muscolare, e spesso anche alimentare, che colpisce tutte le persone che ripongono un’eccessiva attenzione all’aumento della propria massa muscolare (Agostini, Gualnieri, 2005).

 

Tale sindrome interessa prevalentemente persone di genere maschile e più in generale le persone che sono particolarmente affascinate dal conseguimento del “fisico perfetto” (Agostini, Gualnieri, 2005).

 

I sintomi che caratterizzano la Reverse Anorexia sono:

- aspetto esterno: vergogna di apparire piccoli anche quando in realtà si è molto

  muscolosi;         

- impulso all’aumento della massa muscolare;

- frequenza di esercizio fisico compulsivo;

- eccessive diete restrittive;

- frequente uso di steroidi anabolizzanti (Agostini, Gualnieri, 2005).

 

Questa  dismorfia corporea ha avuto un rapido aumento negli anni ‘90, quando uno sport come il bodybuilding ha visto crescere un gran numero di appassionati e le attenzioni per il rimodellamento corporeo hanno portato al boom della chirurgia plastica e dei cosmetici.

Non è un caso che si presenti maggiormente nel sesso maschile (Antonini, 2001).

 

Questo tipo di dismorfia muscolare viene concettualmente inserito nel disturbo di Dismorfismo Corporeo, ma è stato notato come in realtà il comportamento di queste persone assomigli in maniera straordinaria a quello tipico dei pazienti con Anoressia nervosa e si è suggerita l’ipotesi che l’impulso verso la magrezza con “assenza” di tessuto adiposo, tipico dell’Anoressia nervosa, venga sostituito dall’impulso verso muscoli enormi e sempre da “assenza” di tessuto adiposo (Pope et al., 1988).

Da qui il nome di “Anoressia inversa”, nel senso di un’analogia “speculare” con le caratteristiche proprie dell’anoressia nervosa.

Richiamano tale immagine i cartoni animati che rappresentano eroi ipermuscolosi, che combattono con avversari della loro stessa taglia.

E’stato fatto notare che i cosiddetti “action toys” (giocattoli d’azione), che raffigurano soggetti maschili (per lo più in azioni di combattimento) e che rappresentano “ideali medi”, stanno cambiando le loro misure: il petto da 44 è passato a 55 pollici, la vita da 32 a 36 pollici, i bicipiti da 12 a 27 pollici (Agostini, Gualnieri, 2005).

 

Klein (1985) sottolinea che le persone che soffrono di Reverse Anorexia sono caratterizzate da un forte isolamento, simile a quello che contraddistingue le persone con Anoressia nervosa. Entrambe si trovano coinvolte in un processo sociale che le porta ad evitare gli altri a causa di un senso di inadeguatezza.

Per compensare le loro insicurezze questi soggetti intensificano la loro attività fisica indirizzata a scolpire i muscoli in modo da apparire più “intimidatori”, in una sorta di circolo vizioso. Inoltre, sebbene aspirino ad esibire un alto grado di sicurezza, la loro autostima tende ad essere piuttosto bassa e la loro “corazza” sarebbe utilizzata per proteggersi dal mondo esterno.

 

Harrison Pope Jr. (et al., 1988), uno dei ricercatori che per primi ha studiato questo disturbo, specifica che l’ossessione dell’individuo si concentra sull’aumento della massa muscolare e sulla diminuzione di quella grassa.

L’individuo con tale dismorfia si impegna in una strenua quanto vana rincorsa verso un ideale fisico iper-mesomorfico attraverso l’esercizio fisico, l’uso di steroidi e di diete particolari, egli però non rimane mai soddisfatto dei risultati.

 

Tale disturbo è la ripresentazione dell’ossessione per le fattezze corporee dell’Anoressia nervosa, solo che espressa in una nuova forma, si potrebbe dire: “il focus dell’ossessione non è più la paura di ingrassare, ma il timore di non essere abbastanza grossi” (Antonini, 2001).

 

La Reverse Anorexia provoca limitazioni nella vita quotidiana, infatti, coloro che ne sono colpiti passano molte ore a potenziarsi in palestra, si vergognano a farsi vedere d’estate nudi sulla spiaggia anche se sono molto muscolosi, si attengono in maniera maniacale a una dieta ferrea iper-proteica ricorrendo talvolta a metodi compensativi per perdere peso (digiuno, vomito, uso di lassativi, esercizio fisico) e fanno infine spesso uso ed anche abuso di steroidi anabolizzanti ignorando i rischi che tali assunzioni possono comportare.

Cercano così di perseguire tenacemente la forma a “V” della parte superiore del corpo, l’aspetto muscoloso, la virtuale assenza di grasso corporeo (Agostini, Gualnieri, 2005).

 

Antonini (2001) considera il problema da un punto di vista psicodinamico e formula tre ipotesi per l’eziopatogenesi del disturbo.

 

Rifacendosi alle formulazioni di Kohut (1977), l’autore ipotizza un disturbo di personalità che si è sviluppato in seguito ad alcune carenze delle figure genitoriali nella relazione con il bambino, in particolar modo riguardo l’appagamento dei suoi bisogni.

Basandosi sul fatto che il bodybuilding rappresenta lo sport individualistico per eccellenza, dove sono assenti le figure dei compagni di squadra o dell’allenatore, il ricercatore porta avanti l’ipotesi di una struttura deficitaria del Sé che induce questi individui a manifestare disturbi di personalità (ipersensibilità alle offese, ipocondria, bisogno di attenzione, insomma una forma di narcisismo patologico).

Questi soggetti presentano, inoltre, disturbi dell’umore, disturbi d’ansia, tendenza all’isolamento sociale, alti livelli di perfezionismo, bassa autostima, tratti ossessivo-compulsivi, paura della maturità ed una elevata aggressività.

I soggetti affetti da Reverse Anorexia nello sviluppo della loro personalità hanno manifestato disturbi del comportamento che li hanno portati alla ricerca, nella gara e nella competizione, di ciò che non hanno vissuto nella loro prima infanzia con i genitori, l’accoglimento cioè dei bisogni esibizionistici e grandiosi.

Secondo questa ipotesi i problemi manifestati dal genere maschile nei confronti del loro corpo vanno ricercati in una struttura inadeguata della personalità.

 

Una seconda ipotesi chiama in causa la perdita, nella società odierna dei rituali di iniziazione sessuale.

Tali rituali, soprattutto in adolescenza, hanno sempre avuto la funzione di strutturare l’identità di genere e la loro mancanza procurerebbe nei maschi un vuoto d’identità.

Queste persone cercherebbero così altri modi per riparare la ferita procurata dalla virilità perduta.

In altre parole gli individui affetti  da questo disturbo metterebbero in atto un vero e proprio comportamento ossessivo (il gonfiarsi, appunto), in sostituzione di alcuni riti antichi, per ribadire la propria mascolinità.

Di fronte ad una donna che appare sempre meno femminile, fallica, l’uomo fa del suo stesso corpo un fallo, ossia una grottesca caricatura dell’ideale maschile e l’ossessione per le fattezze corporee nasconde in realtà il bisogno di separare di nuovo la posizione dell’uomo da quella della donna.

 

A tal riguardo anche Eric Silverman (2004), antropologo dell’università DePauw University e specializzato nello studio dell’immagine corporea, richiama l’attenzione  sui cambiamenti avvenuti nei ruoli sessuali con il passaggio negli ultimi decenni dal modello di cultura patriarcale a quello odierno egualitario: oggi le donne dirigono ditte, pilotano aerei e sono intraprendenti, lasciando gli uomini completamente dubbiosi circa il significato della loro virilità.

Questo significa per alcuni uomini sviluppare più muscoli, sviluppare più potenza fisica; perciò proprio quando lo sviluppo tecnologico ha permesso di creare lavori in cui la forza fisica tipicamente maschile è inutilizzata a discapito della manualità e delle facoltà intellettive distribuite ugualmente nei due sessi, il maschio si è rifugiato in attività che ripropongono valori mascolini come la forza e la prestanza fisica.

 

Una terza ipotesi focalizza l’attenzione da un punto di vista psico-fisiologico.

La sagoma corporea, esposta nel culturismo alla vista di tutti, è costituita dalla pelle, ossia dall’organo che maggiormente interagisce e comunica con l’esterno.

Il culturista mira a gonfiare i propri muscoli, si potrebbe ipotizzare che stia inconsciamente comunicando un messaggio, quello di porre una distanza muscolare fra se e gli altri che gli permetta di controllare il mondo senza esserne invaso. L’aspetto imponente, minaccioso del culturista delinea la posizione che esso vuole prendere nei confronti degli altri; è un sistema difensivo antico, naturale, cerca di incutere terrore per paura di essere aggredito e così la massa muscolare diviene una corazza attraverso cui può interagire con gli altri (Antonini, 2001).  

 

Conclusioni

 

Poiché i disturbi alimentari possono provocare grossi danni alla salute, è di importanza basilare che vengano riconosciuti e diagnosticati precocemente, nonché trattati tempestivamente con terapie farmacologiche e psicoterapiche, affinché le persone colpite da questo disturbo (ri)acquistino un atteggiamento sano verso il cibo e verso il loro corpo.

 

Nella prevenzione dei Disturbi del Comportamento Alimentare in generale, potrebbe essere utile ribadire l’importanza del ruolo di figure di rilievo come pediatri, psicologi, insegnanti e genitori. Si può dire che si dovrebbe cercare di proporre i seguenti comportamenti:

 

-         favorire un corretto modello di immagine, lontano da quello irrealistico rappresentato in televisione, nei film d’azione e nelle riviste popolari;

-         favorire un orientamento mirato a evitare l’insorgenza del disturbo in tema di nutrizione e salute fisica;

-         prevenire l’insorgenza dell’obesità, illustrando il rapporto costibenefici delle diete;

-         rinforzare l’indipendenza di giudizio dei ragazzi rispetto alla pressione sociale verso ideali corporei perfetti e irraggiungibili;

-         identificare i soggetti a rischio mediante domande sulla valutazione dell’immagine corporea;

-         evitare interventi medici che possano precipitare l’insorgenza di un disturbo del comportamento alimentare come: diete restrittive, uso di anoressizzanti, diuretici, lassativi (Agostini, Gualnieri, 2005).

 

Sicuramente si tratta di un compito non facile e per il quale è necessaria un’ottima preparazione e un’adeguata formazione professionale.

 

 

 

 

 

 

 

Bibliografia                                    

 

Agostini S., Gualtieri L. (2005). La Reverse Anorexia. Quaderni acp, 4, pp. 143-146.

American Psychiatric Assotiation (1994). Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-IV). Tr. It. Milano: Masson 1996.

Antonini S. (2001). Un Tram chiamato “Reverse Anorexia”. Analisi dei fattori storici, socio-culturali e psicodinamici nei disturbi alimentari maschili. Tesi di Laurea in psicologia: Università degli Studi La Sapienza, Roma.

Capra L., Host C., Malaventura C. (2005). Lo sport in età pediatrica: fra benessere e ossessione. Quaderni acp, 4, pp. 140-145.

Caputo G., Podrasky E., Ostruzzi R., Frison F. (2005). Disturbi del comportamento alimentare. In V. Guidetti (a cura di), Fondamenti di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza. Bologna: Il Mulino, pp. 163-166.

Johnson C., Tobin D., Enright A. (1989). Prevalence and clinical characteristics of borderline patients in an eating-disordered population. J. Clin. Psychiatry, 50, pp. 9-15.

Klein A.M. (1985). Pumping iron. Society, 22, pp. 68-75.

Kohut H. (1977). The Restoration of the Self. La guarigione del Sé. Tr. It. Torino: Boringhieri 1980.

Pope H.G., Katz D.L., Hudson J.I. (1988). Anorexia Nervosa and “Reverse Anorexia” among 108 male bodybuilders. Comprehensive Psychiatry, 6, pp. 406-409.

Silverman E. (2004). King B. Social Antropology, 2, pp. 105-207.

   

 

 

 

 
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