A.S.eR.C Associazione studi e ricerche criminologiche
  Antropologia Culturale
 

La proliferazione subdisciplinare in antropologia

Lo scopo di questo documento è quello di cercare di chiarire schematicamente l’origine e la ragion d’essere delle diverse branche disciplinari che si riuniscono sotto il nome “antropologia”.
La sensazione di disagio che ci coglie quando parliamo di antropologia è tale perché ci aggrappiamo al significato originario del termine, ossia “discorso sull’uomo”. Un primo stratagemma potrebbe essere quello di parlare di antropologie, intendendole dei punti di vista diversi che tentano, ognuno per strade più o meno collegate alle altre, di ricostruire quell’unità reale e fenomenologica che è l’Uomo nella sua evoluzione biologica, storica e culturale.

Essendo l’Uomo il soggetto che costruisce le antropologie e allo stesso tempo l’oggetto dei suoi studi antropologici, la complessità di una tale ramificazione disciplinare resta pur sempre difficoltosa da gestire nella sua interezza ma, allo stesso tempo, si rivela, come vedremo, assolutamente necessaria.
Un ulteriore argomento per comprendere lo stato di cose in ambiente antropologico è quello che riguarda le caratteristiche del sapere scientifico, il quale si costituisce dall’interazione di due processi dialettici, quello dell’analisi (scomposizione dell’unità del reale per la comprensione dei suoi processi sottostanti) e quello della sintesi (ricomposizione dell’unità del reale dopo averne compreso le dinamiche sottostanti). L’ideale dell’antropologia come scienza è quello di giungere un giorno a una ricomposizione di tutte le sue conoscenze, acquisite attraverso le divisione disciplinari, riguardo quell’unità allo stesso tempo strutturata e aperta al cambiamento che è l’Uomo.

L’atteggiamento più proficuo che un antropologo possa tenere sembra pertanto essere quello di compiere delle ricerche approfondite seguendo il punto di vista che più lo interessa, pur senza perdere di vista il fatto che questo non è l’unico, né quello fondamentale né il più esplicativo, ma che la spiegazione sarà tanto più potente quanto più egli riuscirà a dialogare con gli antropologi che hanno seguito con interesse altri punti di vista e mettere in comune il suo lavoro con i loro risultati.
Un altro fattore da considerare è quello delle politiche accademiche: una disciplina, in ultima analisi, nasce quando viene istituita una cattedra con quel nome. Affinché questo avvenga ci devono sicuramente essere una linea di ricerca innovativa, delle idee per condurla e dei risultati corroborati, oltre che interesse per essa nella più ampia comunità scientifica. A volte però questo processo sfugge di mano, soprattutto quando gli interessi politici ed ideologici in gioco sono notevoli.

Questa introduzione fissa il punto di partenza: per ridurre il disagio di fronte alle antropologie bisogna cercare di capire perché e come sono nate e arrivare così ad intenderle come modi di vedere lo stesso soggetto/oggetto da differenti punti di vista, a loro volta formati dall’evoluzione biologica, storica, politica, economica e culturale del sistema all’interno del quale emergono. La distinzioni disciplinari nascono, nella maggior parte dei casi, quando la comunità scientifica si rende conto di avere scoperto un modo nuovo e produttivo per costruire modelli utili alle descrizione/comprensione del mondo. 

Estratto da : questo articolo è stato pubblicato da "Futis" e lo potete trovare nel sito  http://www.antrocom.it

 

 
 
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